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Let’s Talk: storie di migrazioni e condivisione

Domenica 25 Aprile 2021, noi del Comitato Mentorship dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro,
abbiamo organizzato sulla piattaforma di Google Meet un evento dal nome “Let’s Talk” una sorta
di debate pubblico in cui abbiamo avuto la possibilità di confrontarci, ascoltando le esperienze dei
nostri studenti internazionali e non solo.
Durante l’evento abbiamo avuto modo di spaziare tra diversi temi: dalle tante storie di immigrazione
fino a cogliere l’occasione per confrontarci sulle differenti religioni e culture, passando per tutte
quelle difficoltà che una persona può vivere quando si ritrova in un Paese diverso dal proprio come,
ad esempio, lo scoglio del richiedere il permesso di soggiorno in questura, svariate procedure
burocratiche poche chiare, politiche pubbliche non del tutto inclusive, difficoltà nel ricercare case a
seguito di preconcetti o stereotipi sullo straniero, problemi dei CARA/ CAS e dei lavoratori invisibili.
Così non abbiamo limitato il nostro sguardo alla sola condizione di uno studente internazionale, ma
lo abbiamo allargato alla condizione di una qualsiasi persona che si ritrova in un nuovo contesto, a
prescindere dal ruolo che si riveste (lavoratore o studente), affrontando così la tematica
dell’immigrazione in generale.
“Mi sono sentita persa” queste sono le esatte parole con cui la nostra studentessa messicana ha
descritto la sua situazione appena è arrivata in Italia. Questa frase ci ha molto colpiti perché pensiamo
che tante altre persone si siano sentite allo stesso modo e forse si sentano ancora così.
Nella seconda parte del nostro evento, abbiamo avuto modo di approfondire il tema del Ramadan
grazie al nostro mentore Maouloud il quale vive in prima persona questo mese sacro e spirituale per
la comunità musulmana.
“L’Islam è una religione che dà molta importanza all’intenzione (niyya, in arabo) e alla volontà di
compiere un’azione. La partecipazione al Ramadan deve dunque essere perpetrata con
consapevolezza e massima serietà.

Il Ramadan è il nome del mese di digiuno previsto dall’Islam per celebrare il mese in cui fu rivelato
il Corano agli uomini, così da guidarli verso il sentiero di Allah (“Dio” in arabo).
Esso non avviene in giorni ricorrenti (come ad esempio il Natale cristiano, che cade sempre il 25
dicembre), ma cade il nono mese dell’anno del particolare calendario musulmano; a differenza del
“nostro” calendario gregoriano, esso è suddiviso in 354 o 355 giorni, 10 o 11 in meno rispetto
all’anno solare, quindi ogni anno che passa, il mese di digiuno si sposta a “ritroso” di mese in mese
e di stagione in stagione.
Sostanzialmente, durante il Ramadan vige il digiuno (sawn), da intendersi non solo come l’astensione
da cibo e bevande, ma anche dall’evitare atti che potrebbero turbare lo spirito e il corpo, come
fumare o avere cattivi pensieri verso la comunità (umma).
È dunque un momento di alta spiritualità, in cui si sperimenta la privazione e la meditazione lontano
dalle distrazioni terrene per avvicinarsi alla divinità.
Per quanto riguarda il divieto di mangiare e bere, esso dura per tutto l’arco della giornata di
Ramadan, fino al calar del sole; quando il sole tramonta, il digiuno viene rotto con un pasto frugale
(la tradizione vorrebbe che si mangiasse qualche dattero e che si beva un bicchiere d’acqua, come
faceva Maometto, il Profeta dell’Islam).
Il Ramadan termina dopo 29 o 30 giorni con una festa chiamata ‘id al-fitr, “la piccola festa”, durante
la quale, oltre ad un pasto rituale, si fanno offerte per i più poveri della comunità”.

Infine, abbiamo concluso il nostro evento mettendo a confronto le usanze religiose tra musulmani e
cattolici, (come ad esempio, il digiuno che si fa nel mese del Ramadan e la Quaresima che si fa per
Pasqua), tra usanze di una medesima religione ma di Paesi differenti (ad esempio cattolicesimo
italiano e cattolicesimo senegalese).

Da quanto emerso in questo debate, ci auguriamo che la nascita del nostro Comitato possa agevolare
e alleggerire l’esperienza universitaria dei nostri studenti internazionali mediante il supporto dei
nostri mentori

Flavia Censi

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