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Giornata Internazionale della Donna

Cos’è e quando si celebra?

La Giornata Internazionale della Donna si celebra l’8 marzo con lo scopo di ricordare non solo tutte le conquiste sul piano sociale, economico e politico raggiunte dall’universo femminile, ma anche le violenze e le discriminazioni che le donne subiscono ancora in molte parti del mondo.

Nonostante sia stata istituita una data ufficiale da parte dell’ONU solo nel 16 dicembre 1977, le celebrazioni sono iniziate già diversi decenni prima: negli Stati Uniti, ad esempio, a partire dal 1909 mentre in Italia dal 1922.

Diritti delle donne in Italia

In Italia, la grande protesta dei movimenti femministi raggiunse l’apice nel 1944 con la creazione dell’UDI (Unione Donne in Italia), da parte di donne appartenenti ai partiti di Sinistra. Nel 1946, al termine del Secondo Conflitto Mondiale, l’8 marzo venne celebrato in tutta Italia, e in quell’occasione la mimosa fu istituita come simbolo di tale evento.

Con l’arrivo degli anni ’70, l’8 marzo divenne il punto cardine delle proteste femministe. Cosa chiedevano le donne italiane? Tra le tante richieste, le più iconiche furono la legalizzazione dell’aborto e la liberazione omosessuale.

In questa data, tuttavia, è bene ricordare anche tante altre battaglie che non necessariamente si sono tenute o sono state riconosciute l’8 marzo: va ricordato che, nel 1945, in Italia venne introdotto il suffragio universale e nelle elezioni del 2 giugno 1946, le donne, così come gli uomini, furono chiamate a votare. Di fondamentale importanza è la promulgazione della legge n. 898 del 1°dicembre 1970 che ha introdotto legalmente il divorzio. Inoltre, nel 1981, grazie al coraggio di Franca Viola, con la legge 442 venne abolito il matrimonio riparatore, il quale costringeva le donne vittime di stupro a sposare l’aggressore per “purificare” la propria morale e il proprio onore.

La situazione internazionale

Nonostante ai giorni nostri in Italia non sia ancora stata riconosciuta e affrontata de facto la questione femminile (esempio lampante l’alto numero di femminicidi), nel resto del mondo la situazione non è così dissimile:

  • La Cina, dagli anni ‘70 al 2015, ha adottato la “politica del figlio unico” con conseguenze devastanti all’interno della società: ancorati alla tradizione arcaica dell’uomo come fulcro del mondo, moltissime bambine sono state uccise alla nascita, per consentire ai propri genitori di poter procreare in futuro e sperare nell’agognato figlio maschio che avrebbe portato avanti il buon nome della famiglia e gli affari. Nelle aree rurali della Cina tale legge non è stata sempre applicata, ma in ogni caso l’egemonia dello stereotipo della superiorità maschile ha continuato a persistere. Per un ulteriore approfondimento, si consiglia la visione del documentario “One Child Nation” (2019), diretto da Nanfu Wang e Jialing Zhang.
  • In Arabia Saudita, il 24 giugno 2018 le donne hanno finalmente avuto il permesso di guidare. Una notizia che può far sorridere, ma che in realtà evidenzia la grave situazione che le donne di questo Paese (e in generale di alcuni Paesi del Medio Oriente) si ritrovano a vivere. Nonostante i tanti limiti imposti, sono nate associazioni in grado di tutelare i diritti delle donne. In questo specifico caso “Women to Drive”, movimento nato negli anni’90 che, come suggerisce il nome, ha lottato per anni per consentire alle donne di poter guidare in Arabia Saudita. Tuttavia, non bisogna cadere nell’errore di considerare la religione islamica come causa principale di questa lunga scia di diritti negati: in Iran, solo dopo la caduta della monarchia, sono state introdotte numerose restrizioni per limitare la libertà del popolo (le donne in primis). Per avere una visione abbastanza fedele di ciò, si consiglia la visione del film “Persepolis” (2007) di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud, basato sulla grafic novel della stessa Marjane Satrapi.
  • In Sudan, dal maggio del 2020, l’infibulazione è considerata un crimine. Come riporta l’OMS, l’infibulazione femminile è da considerarsi una mutilazione genitale femminile di tipo III, ma è ancora largamente praticata in diversi paesi del mondo, con lo scopo di preservare la verginità delle bambine, basandosi sull’idea che le donne siano degne di esistere solo quando sono in grado di procreare e non di vivere la propria sessualità coerentemente ai propri ideali.

 

La Giornata Internazionale della Donna è solo un punto di arrivo di un percorso costellato da ostacoli, fatto di battaglie e di oppressioni, ma capace di generare legami profondi e di perseguire diritti inalienabili della persona, indipendentemente dal genere. Buona festa della donna a tutt*!

Comitato Mentorship Unior

Maria Roberta Donnarumma
Giulia Messina
Davide Moschella
Valentina Paternosto

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