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L’Università di Pisa come luogo reale di integrazione: verso la creazione di una rete di supporto agli studenti internazionali

Un luogo non è mai solo quel  luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati.

—  Antonio Tabucchi, “Viaggi e altri viaggi”

L’Università di Pisa è un punto di riferimento nel mondo accademico, un’istituzione cardine della città che da sempre ha animato la città stessa; in quanto luogo di cultura riconosce anche il proprio ruolo sociale, infatti l’Ateneo “ha come fini l’elaborazione, lo sviluppo e la trasmissione di conoscenze e concorrere al progresso della società […].Impronta la propria azione al metodo democratico, garantendo la più ampia partecipazione […]. Promuove azioni che favoriscano il superamento di ogni tipo di discriminazione […]. Promuove le condizioni che rendano effettivo il diritto allo studio.” (Bilancio sociale dell’Università di Pisa, curato da A. Carlesi, Pisa university press, 2013, pp. 7 e 8).

Come studenti e studentesse dell’Università di Pisa abbiamo raccolto la sfida di uguaglianza che il nostro Ateneo ci propone quotidianamente e siamo felici di far parte del Progetto Mentorship, il quale ci permette di concretizzare quelli che sono valori come solidarietà e integrazione andando verso un’Università sempre più inclusiva.

Purtroppo, in questo contesto di restrizioni alla socialità e didattica (quasi) esclusivamente online, l’Università perde la sua dimensione di “luogo” e, di conseguenza, si va ad affievolire anche il senso di comunità universitaria; si rende perciò ancora più necessaria una rete di supporto interdisciplinare, ed è ciò per cui il gruppo di Mentors costituitosi in questi mesi ha buttato le basi e ciò su cui continuerà a lavorare. Ma non basta: abbiamo iniziato a coltivare anche l’aspetto della socialità, organizzando un’uscita con i tre studenti che ci hanno contattati.

Questa passeggiata in città è stata il primo incontro tra noi mentori (e con i ragazzi) oltre lo schermo e per le strade. L’atmosfera che si è creata da subito era di curiosità e voglia di coinvolgere, per cui abbiamo portato i ragazzi nei punti più importanti della città, raccontando la storia dietro le pietre che costituiscono le piazze a noi familiari, per renderle familiari anche ai loro occhi. Con il sole sulle facciate dei palazzi e i sorrisi sulle facce di tutti noi abbiamo continuato a camminare e a parlare, dando qualcosa ma ricevendo anche molto in cambio: i ragazzi ci hanno raccontato delle loro abitudini, della loro cultura, ci hanno spiegato le origini dei loro nomi… abbiamo concluso la giornata salutandoci calorosamente, con l’impegno di vederci più spesso.

Lo spirito con cui ci siamo incontrati è ciò che ritengo importante di questo progetto: l’impegnarsi attivamente e direttamente per l’inclusione e integrazione da pari a pari, in modo che le barriere linguistiche, geografiche, culturali e le altre problematiche legate all’essere uno studente o studentessa migrante (aumentate in questo ultimo anno) vengano piano piano risolte.

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