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Istruzione: diritto di tutti o privilegio di pochi?

La cultura può essere considerata un privilegio. Proprio la chiave della nostra libertà di pensiero e di parola, il motore della crescita dei nostri pensieri e delle nostre possibilità viene pagata a caro prezzo. E se per alcuni l’opportunità di accedere a una adeguata istruzione può rappresentare una opportunità cui è possibile aspirare, per molti, troppi ancora, l’acquisizione al diritto allo studio diviene un percorso pieno di ostacoli economici e burocratici.

Basti pensare alle centinaia di migliaia di studenti profughi e rifugiati che si battono per il diritto a perseguire il proprio percorso di studi. La possibilità di accedere a tale opportunità è un elemento fondamentale per riuscire a proiettarsi con occhi nuovi in un futuro che preveda la realizzazione delle proprie aspirazioni. Tuttavia accade spesso che studenti che abbiano già acquisito titoli di studio nei propri paesi di origine si trovino di fronte alla desolante condizione di vedersi negato il riconoscimento degli stessi a causa di ostacoli burocratici. L’assenza di risorse, di documenti legali, di competenze linguistiche rende estremamente difficili per questi studenti un ritorno sui libri.

Dunque per molti studenti la sola possibilità è quella di cominciare o ricominciare un percorso di studi. Tale scelta rappresenta un passo particolarmente difficile, poiché le spese accademiche risultano poco sostenibili e spesso costringono gli studenti a lavorare sottraendo spazio a studio, socialità e integrazione. Parallelamente a ciò si comprende come la Dichiarazione di New York su rifugiati e migranti individui nell’istruzione un elemento cruciale della risposta internazionale sui rifugiati.

Queste dinamiche ci devono ricordare che l’istruzione è un diritto umano fondamentale, sancito dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989 e dalla Convenzione sui rifugiati del 1951. Infatti, avere accesso a una adeguata istruzione e a un bagaglio di conoscenze che consenta di leggere se stessi e il mondo risulta essere un fattore di protezione non indifferente dal rischio di reclutamento in gruppi armati, lavoro minorile, sfruttamento sessuale, matrimoni precoci ecc.

L’ultimo rapporto su rifugiati e istruzione dell’UNHCR mostra un aumento delle iscrizioni scolastiche. Tuttavia dobbiamo collocare tali dati entro una cornice critica se pensiamo a come il covid 19 ha messo ulteriormente in risalto le disparità di opportunità che condizionano l’accesso  a risorse fondamentali.

L’impossibilità di accedere a una rete wi -fi che consenta di connettersi alle lezioni on line, o ancora la difficoltà di acquisire mezzi tecnologici adeguati per stare al passo con le lezioni digitali sono elementi da prendere in considerazione. Inoltre a partire dalla primavera 2020 le scuole hanno chiuso in 192 Paesi, lasciando fuori 1,6 miliardi di bambini e ragazzi. Si stima infatti che circa 24 milioni di bambini abbandoneranno la scuola a causa causa di queste disparità accentuate dalla crisi pandemica.  

Il nostro pensiero si deve anche soffermare sulle aree geografiche che da tale drammatica situazione hanno tratto gli svantaggi più ingenti. Secondo i dati forniti dall’Humans Right Watch, nelle zone dell’Africa subsahariana circa la metà degli studenti non ha più avuto accesso all’istruzione. Tale condizione ha colpito in particolare le bambine, costrette a trascurare la propria istruzione in nome dei lavori domestici e di cura.

In tale dilagante confusione, in mezzo allo sconforto che può e deve coglierci nell’osservare tali dati, deve rimanere salda la consapevolezza dell’importanza del diritto allo studio.

Esistono strade alternative, esistono altri contesti possibili dai quali è possibile trarre speranza. Un esempio è tedesca Kiron Univeristy, fondata nel 2015 a Berlino da un gruppo di studenti e che offre ai profughi la possibilità di studiare e conseguire diplomi riconosciuti a livello internazionale, senza la necessità di pagare una retta e semplificando i processi burocratici. Per iscriversi infatti basta presentare un documento che attesti lo status di rifugiato oppure che certifichi che è stata presentata la relativa richiesta. 

 

Fonti: 

 

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